Shanthi

Il tempo trasforma le conoscenze in qualcosa di silenzioso, sempre pronto a riemergere.

Conosco Shanthi da moltissimi anni.

Si tratta della mamma di un amico di mio fratello, compagno di giochi di quell’epoca spensierata tra elementari e medie.

L’ultima volta che la vidi, prima di questo progetto, venne a salutare me, Nicolò - un nostro amico in comune - e mio fratello al bar di paese; quel gruppetto di ragazzini inseparabili che suo figlio portava a casa come fossero di famiglia.

Ora ognuno ha preso strade diverse, ma resta quell’affetto che lega anche chi è ormai lontano.

Pensavo a quel tipo di amicizia che non si ripete. Stephen King lo scrive bene in The Body: 'I never had any friends later on like the ones I had when I was twelve.'

Quando sono arrivata, lei e suo marito mi hanno accolta come un’amica di sempre.

Shanthi aveva preparato un aperitivo con le sue mani, piccoli assaggi profumati di spezie, e mentre chiacchieravamo mi hanno spiegato che in India le donne mature portano i capelli rigorosamente legati o raccolti in qualche acconciatura; scioglierli sarebbe segno di vanità.

Quel pomeriggio, nella sua casa, abbiamo sospeso per un attimo questa consuetudine.

Abbiamo sciolto il fermaglio che li tratteneva.

Nel frattempo arrivava il temporale. Nuvole cariche di potenziale che stava per sprigionarsi.